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Patti chiari, inimicizia lunga

24.01.2015 11:23

Patti chiari, inimicizia lunga 

Vendola e Civati hanno proposto al M5S di arrivare ad un nome condiviso come candidato al Quirinale. Un patto alla luce del sole, non come il Nazareno. Si tratta degli stessi soggetti che hanno sostenuto Rodotà, cioè il candidato 5 Stelle, alle ultime votazioni per il Quirinale. Potrebbe essere una bella occasione per proporre un nome che davvero ridia credibilità alla politica, che venga dal basso; con un po’ di bravura si potrebbe persino attirare un po’ di scontenti dentro il PD e aumentare il bacino di voti. Ma soprattutto sarebbe un segnale chiaro: una alternativa è possibile, praticabile e non siamo condannati ai patti segreti Renzi- Berlusconi. Cosa c’è di sbagliato in tutto questo? Qualcosa deve esserci perché il M5S non ci sta. Roberto Fico ha detto che loro lo sanno bene che SEL fa solo giochi di Palazzo e che aspettano i nomi da Renzi. Scusate, non ho capito bene. Dunque SEL fa solo giochi di Palazzo e quindi la proposta di scegliere un* candidat* insieme va rifiutata, invece con Renzi, che giochi di Palazzo non è fa, evidentemente, va bene discutere. Spesso i ragionamenti a 5 stelle mi risultano complicati, oscuri, ma questa volta è davvero troppo per uno limitato come me. A meno che la questione non sia tutta politica, come a me sembra. Il M5S sembra avere la grossa preoccupazione di non confondersi in nessun modo con le sinistre. Certo lo so che dicono di essere un movimento al di là della sinistra e della destra, una delle ragioni per cui non li voterò mai; tuttavia, mentre il distanziarsi dalle sinistre sembra una priorità assoluta, hanno dimostrato meno intransigenza con le destre. Non voglio citare casi singoli e le dichiarazioni di Grillo su CasaPound, perché tanto sicuramente mi si direbbe che sono battute, che la stampa asservita le manipola ecc. ecc. Ma la scelta al parlamento europeo mi pare invece una cosa un po’ meno aleatoria e davvero difficile da confutare. Il M5S non ha neppure discusso la possibilità di sedere con la GUE, ad esempio, ha scartato i Verdi, e alla fine ha stretto una alleanza con UPIK. Anche il voto a cui è stata chiamata la rete era piuttosto limitato e tradiva un orientamento già preso (cosa per altro denunciata da tant* dello stesso M5S). Insomma se ti dico che puoi scegliere tra mangiare la minestra o digiunare, non sono sicuro che stia dando davvero la possibilità di scegliere. Ora, come ho ripetuto tante volte, a me invece piacerebbe un M5S che dialogasse con la sinistra, in modo critico, originale, post-ideologico, non subalterno ecc. Credo che le sinistre avrebbero da guadagnare da un M5S così. Tuttavia questi sono solo i desideri di un vecchio post-comunista, che crede ancora nella giustizia sociale, che pensa che la lotta di classe sia viva e vegeta, e solo che la stanno vincendo i ricchi, che ancora sogna che una società più giusta sia possibile. Insomma, non sta scritto da nessuna parte che il M5S debba condividere i sogni miei o di quell* come me. Tuttavia, vorrei fare due osservazioni:

  1. il patto per candidare una persona decente al Quirinale non è esattamente un progetto politico di governo. Almeno così mi pare, altrimenti la disponibilità a vedere le proposte di Renzi, significherebbe che il M5S è disponibile a un progetto di governo con questo PD, e credo non sia il caso. Dunque l’ostinazione del direttorio M5S a non discutere neppure con Vendola e Civati significa qualcosa di più. Evidentemente la spinta anti sinistra della leadership è così importante e forte da anteporla a qualunque altra questione.
  2. Sia chiaro, marcare una identità alternativa alle sinistre non è che sia un crimine in democrazia. Il M5S è libero di fare le scelte identitarie che crede. Però da un movimento che vuole cambiare il modo di fare politica, che rompe con i rituali falsi, ecc. mi sarei aspettato un po’ di sincerità e non giochetti e discorsi incomprensibili (tipo SEL fa i giochi di Palazzo quindi parliamo con Renzi, quello di erricostaisereno). Non sarebbe meglio che il direttorio dicesse chiaramente: “noi con Vendola e Civati non discutiamo perché non vogliamo in nessun modo mischiarci alla sinistra. Non lo abbiamo fatto in Europa, non lo vogliamo fare qui. Anche solo discutere per un nome al Quirinale è per noi troppo. Meglio trattare con Renzi”. Lo so, sarebbe un po’ forte, magari troppo chiaro. Secondo me il M5S potrebbe perdere qualche elettore, anche se certo rafforzerebbe il suo elettorato di destra. Ma almeno sarebbe nuovo e in linea con quello che il M5S ha sempre detto di fare: rinnovare la politica e parlare chiaro agli elettori.

Peccato per noi. Un’altra occasione buttata via.  

Insultologia

18.05.2014 21:07

 

Chi offende chi?

Grillo si é arrabbiato con Schulz; secondo lui non dovrebbe permettersi di insultarlo perchè insultare lui significa insultare 10 milioni di italiani/e che votano il Movimento 5 stelle.

Devo dire che sono d’accordo con Grillo, come spesso mi capita. Insultare lui significa insultare anche militant@, elettor@ ecc. Bisogna avere rispetto, ha ragione Grillo anche per gli/le avversar@ politici. L’insulto non colpisce un@ ma tant@ e non porta niente di buono. Bravissimo Beppe. Ora non resta che chiedersi: questa regola aurea si applica anche a lui, oppure solo agli altr@? Mi posso sbagliare ma a me pare che Grillo non abbia mai nostrato particolare attenzione a non insultare gli avversari politici. E non ha mai fatto attenzione a evitare di offendere le migliaia di cittadin@/militanti che credono in quacun@ che non sia lui. Vale la pena di ricordare il disprezzo con cui ha parlato delle primarie del centro-sinistra, ad esempio?

La questione non è tanto beccare Beppe in castagna (ha detto la cosa sbagliata), perchè la politica non é un quiz e spesso si vince proprio dicendo la cosa sbagliata. Il problema è che cosa è questa nuova politica che Beppe propone. So che il movimento di Grillo ha una grande considerazione dell’onestá e della parola data. Ma l’onestà non é solo non rubare. Si può dire una cosa come quella che Grillo ha detto su Schulz senza bisogno di dire nulla su cosa uno ha fatto fino a un secondo prima? Non trovate che questa sia una delle peggiori malattie della politica italiana? Per me la nuova politica dovrebbe essere anche questa onestá qui. Se uno dice che offendendo un leader si offendono i milioni di elettor@ che lo votano dovrebbe per esempio chiedere scusa per tutte le volte che lo ha fatto lui. Qualcuno di voi si ricorda un@ politic@ italian@ che chiede scusa in pubblico? Io no. Ecco questa per me sarebbe la nuova politica. Grillo potrebbe dire cha ha cambiato idea sulla questione e chiedere scusa ai milioni di elettor@ che ha insultato lui, tante volte. Oppure magari non c’è problema, l’insulto è discorso politico con altri (poveri) mezzi, ma allora dovrebbe evitare di usare questo argomento nei confronti di Schulz.

Personamente, invece, credo che gli insulti non sono mai una bella cosa, nella vita e in politica. Non tanto perchè sono bene educato ma perchè credo siano violenti (il passo tra negare ogni dignità all’avversari@ e attaccarlo fisicamente è molto breve) e non argomentano nulla. Specie quando si parla ad una folla bisognerebbe essere molto attent@ ai messaggi che si trasmettono.

Grillo è il teorico dell’insulto. Ha trasformato il vaffanculo in uno slogan politico. Come ho detto, mi sembra una cosa pessima e sarei portato a pensare che tolga voti al Movimento 5 Stelle ma ho paura di sbagliarmi (non sono un animale da palcoscenico e non dico/faccio cose solo perchè piacciono alla maggioranza delle persone). Ma al di là di questo, per me la nuova politica sarebbe evitare questo modo di fare per cui si dice una cosa e se ne fa un’altra (Schultz non deve offendere, ma io si).

Questo a meno che la situazione non sia molto più grave di quello che penso. Ovvero che per Grillo lui e i/le suoi elettor@ sono gli/le unic@ che non meritano di essere offes@, mentre gli/le altr@ invece si meritano tutti i suoi insulti. Permettemi di dire, però, che anche in questo caso non é che si tratti di roba proprio nuova: Rosi Bindi era una donna brutta, gli elettori di sinistra coglioni, e via declinando. Non cito le offese fasciste agli avversari perchè mi rendo conto bene della differenza tra mandare a fare in culo e mandare al confino o peggio. Questo imbarbarimento della politica non è una grande novitá grillesca; era giá qua. Ma siamo proprio sicuri che andava celebrata e portata all’ennesima potenza?

Marco Armiero

P:S:

Ora qualcun@ dirà che difendo Schulz perché sono pagato/militante/cliente/ecc. del PD. Invece no. Non voteró Schulz. Come non voto PD.

Perchè la Cancellieri deve restare (mentre invece...)

04.11.2013 15:47

Perchè la Cancellieri deve restare, mentre invece…

Non é questione di gioire perchè anche i ricchi piangono nelle patrie galere. L’invidia sociale e il "va fan..." non hanno niente a che vedere con la lotta di classe o la battaglia per la giustizia sociale, l’uguaglianza, o contro l’impero neoliberale del mercato.

La questione in gioco è il rapporto tra diritti, favori, e cortesi atti di umanitarie generositá.  Una detenuta in gravi difficoltá e in sofferenza ha diritto a un trattamento diverso, comunque si chiami di cognome. Ci devono essere procedure sicure, se possibili impersonali, perché ciascun@ abbia accesso agli stessi diritti e possibilità. Dicono che la Cancellieri sia intervenuta in 110 casi e non solo in presenza di cognomi rilevanti come quello. La testimonianza di Ilaria Cucchi ma fa pensare che non sia certo la peggiore Ministra della Giustizia che abbiamo avuto. Tanto meglio. Resta, comunque, il problema di come si faccia ad accedere alla sua “intercessione” e poi se davvero l’intercessione sia lo strumento che preferiamo. Lo dico come so, senza troppi fronzoli,. Il mio disagio con questa vicenda nasce dal fatto che io non ho mai avuto i numeri giusti di cellulare. Non ho mai avuto il numero di cellulare del professore universitario giusto per passare un concorso, non ho mai avuto quello del direttore della collana editoriale prestigiosa per pubblicare, dell’assessore regionale per avere quel finanziamento per il mio convegno, del giornalista per quella recensione, del primario per quella TAC, del vigile per quella multa ecc. Niente da fare. Io quel canale privilegiato non lo ho mai avuto. So che vuole dire non sapere a chi rivolgersi, mandare emails naïve di cui ancora si starà ridendo alle redazioni di giornali e programmi televisivi, o magari a case editrici che neppure le avranno aperte. 

Insomma, la cultura italiana premia chi ha i numeri di cellulare giusti. Quindi, per farla breve: la Cancellieri non ha fatto davvero nulla di strano. Un amico la ha chiamata sul cellulare e lei si é attivata. Dove è lo scandalo? Per chi è abituato ad avere i numeri giusti lo scandalo non c’è. La Cancellieri e tutti quelli con i numeri giusti di cellulare possono restare. Io me ne sono già andato.

Tutto vero

29.06.2013 15:40

Tutto vero

Vorrei proporre alcune riflessioni sul processo e la condanna di Berlusconi. Ho sempre pensato che di quella vicenda le ripetute telefonate in questura per il rilascio della minorenne siano la questione più rilevante. Vorrei provare a spiegare perchè provando a prendere sul serio le spiegazioni dell'accaduto dare dall'imputato e dai suoi sostenitori.

1. B. credeva davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Immaginiamo per un attimo che sia vero. Il presidente del consiglio viene a sapere che la nipote di una capo di stato è trattenuta in questura con l'accusa di furto. Cosa fa? Si adopera perchè sia rilasciata per evitare un incidente diplomatico. Dunque impariamo da questa storia che se si è nipoti di un capo di stato - secondo l'allora presidente del consglio - si ha l'impunità. Possiamo chiederci in base a quale trattato internazionale? Sono fisssati anche i reati per i quali si ha l'impunità? Se Ruby era stata fermata per omicidio o droga, valeva lo stesso? A me pare che questa idea che i potenti e i loro parenti non siano soggetti alle leggi e alle normali procedure sia indicativa di una cultura politica e mi pare confermi una certa idea e pratica del potere che B ha dimostrato tante volte di condividere. Ad esempio, dando per buona la tesi della buona fede sulla identità di Ruby, non avrebbe avuto più senso allertare la rappresentanza diplomatica egiziana? Non ci saranno per caso delle procedure da paese civile da attivare in questi casi, salvaguardando le nostre istituzioni e il fatto, cioè, che la nipote di Mubarak, il figlio di Totti, la zia della signora Maria (che appunto non è nessuno), e una ragazza arrestata alla scuola Diaz abbiano tutti/e un trattamento giusto e uguale davanti alla legge? Anche dando per buona la tesi "ho chiamato perchè credevo fosse la nipote di Mubarak", mi pare che la cosa sia di una gravità eccezionale che dice tutto sull'idea di giustizia, di uguaglianza davanti alla legge e del potere che B propone. Questo si può dire, oppure è essere giustizialisti?

2. Un'altra tesi sostiene che B. abbia chiamato quella notte per aiutare una povera minorenne in difficiltà. Ora chi sostiene questa tesi dice anche che B credesse alla storia della parentela con Mubarak. Per pietà di patria non mi soffermo sulla incongruenza tra essere una povera ragazza in difficoltà e essere la nipote di un capo di stato che mi pare avesse accumulato anche un bel po' di ricchezze personali. Adesso stiamo facendo il gioco di credere a tutto e allora crediamo anche a questa storia: B è intervenuto per spirito missionario, caritatevole (quindi se ho capito in questo caso l'incidente diplomatico non dovrebbe rientrare...). Immaginiamo che B volesse aiutare questa minore in difficoltà, sa che è stata fermata per furto, e che fa? Che potrebbe fare? Facciamo delle ipotesi: potrebbe mandarle un buon avvocato a sue spese (non gli mancano le conoscenze) per assicurare che i suoi diritti siano tutelati al meglio (immagino che molte ragazze arrestate alla Diaz e torturarte a Bolzaneto avrebbero gradito un pensiero simile da parte del primo ministro...). Oppure magari avrebbe potuto interessare i servizi sociali locali perchè intervenissero per aiutare la ragazza ; oppure poteva ricorrere ad amicizie personali e mobilitare organizzazioni di volontariato, case famiglia, ecc. per dare una mano. Invece, la grande preoccupazione di B è che la ragazza sia rilasciata più che aiutata e per questo la fa affidare alla Minetti. Ora non mi interessa mettermi a giudicare la Minetti; ognun@ a la sua opinione della ex consigliera regionale e se ci sono profili penali si discuterenno in tribunale e non su un blog. Credo però che potremmo concordare tutti sul fatto che la Minetti non aveva titoli per intervenire; non era una parente della ragazza, non era una funzionaria egiziana, non mi pare neppure che abbia particolari esperienze nel campo del volontariato con minori in difficoltà. Organizzava feste per B; il tipo di feste è materia di contesa giudiziaria e politica che ora ha trovato una prima verità giudiziaria, ma comunque lo si voglia pensare, se vuoi aiutare una minore in difficoltà, quella che ti organizza le feste è la prima persona che ti viene in mente? Anche a livello politico sono sicuro che B avrebbe avuto risorse vicino al mondo del volontariato cattolico che probabilmente sarebbero venute alla mente di uno che voleva dare una mano alla minore in difficoltà. A scanso di equivoci e al netto di giudizi morali o giudiziari sulla Minetti, possiamo dire che in effetti la consigliera regionale non è che si prese particolarmente cura la cosa, lasciando la minore subito fuori dalla questura. Non so, sono l'unico che si sarebbe immaginato che la portava a casa sua, oppure che la affidava ad una casa famiglia che conosceva attraverso il suo lavoro politico ecc.?

3. Infine la tesi che i giudici di Milano, credo anche quelli di Napoli che indagano sulla compravendita di senatori e deputati, e non so chi altro ancora, siano tutti comunisti. Anche in questo caso, giochiamo a prendere sul serio questa ipotesi. Se capisco bene, quindi, l'idea è che le opinioni politiche dei pubblici ufficiali sono determinanti e discriminanti. L'argomento è interessante. Facciamo un esempio: posso rigettare di essere fermato da una volante della polizia perchè secondo me la polizia ha una forte componente di destra al suo interno? E non è che sono opinioni... Chiedetelo ai ragazzi e alle ragazze che hanno dovuto baciare le foto di Mussolini o quelli a cui hanno gridato mentre li pestavano "sporco comunista". Non so potremmo fare la polizia di sinistra per noi altri e quella di destra per quegli altri lì. E poi non mi va che un medico di destra diventa primario perchè secondo me non tratterà i pazienti allo stesso modo ma in base all'appartenenza politica. E non parliamo dei professori: dovremmo fare scuole di destra e scuole di sinistra per stare tranquilli. Questo non è uno stato civile, ovviamente, ma un campo di battaglia dove si affrontano delle bande. Invece, a me, come a tanti, sarà capitato di incontrare ottimi poliziotti di destra, che hanno fatto il loro dovere, bravi medici di sinistra che non disciminano nessuno, ottimi studenti di destra che malgrado le mie opinioni personali ho promosso con il massimo dei voti. Non so se i giudici di Milano sono comunisti; ma credo che l'imputato B abbia tutti gli strumenti, molto più di altri imputati, per difendersi e eventualmente proteggersi da possibili abusi. Mi pare ci siano ancora 2 gradi di giudizio. Ma questa idea etnica che le proprie convinzioni si manifestano nel sopraffare chi la pensa in maniera diversa tradisce ancora una volta una idea di società. Tanto per riportare le cose al loro posto: nella storia di Italia a lungo essere comunisti ha significato essere discriminati. Lo possono raccontare gli operai confinati nei reparti "Siberia" delle fabbriche italiane dove si facevano i lavori peggiori e si moriva prima; lo possono raccontare i ragazzi pestati a Genova; lo testimoniano tante forme di discriminazione subite da donne e uomini per la loro appartenenza politica. Certo per uno che ha ripetuto tante volte che Mussolini non ha mai fatto male a nessuno e al massimo mandava gli avversari in villeggiatura, deve essere difficile riconoscere la storia di discriminazione e violenza subita dai comunisti e dalle comuniste italian@. Insomma, qualunque siano le opinioni politiche dei giudici di Milano, dobbiamo dare per scontato che facciano con onestà il loro lavoro; se non è così per i giudici di Milano, allora voglio che non sia così per i poliziotti nelle manifestazioni, i carabinieri nelle caserme, i militari, chi lavora nei servizi segreti, ecc. O la parzialità funziona solo quando il giudice accusa B?

Si ripete che bisogna sconfiggere B alle elezioni e non in tribunale. Secondo me questo è un problema mal posto. Non stiamo facendo una partita di calcio in cui non vogliamo la vittoria a tavolino perchè la squadra avversaria ha perso l'aereo. Non si discute di vittoria o sconfitta. Ci sono delle ipotesi di reato, secondo il nostro codice penale (tra parentesi, i politici possono anche proporre ci cambiarlo, abolendo il reato di induzione alla prostituzione, togliendo da mezzo l'aggravante per quella minorile, rendendo legale la concussione, magari si potrebbe fare una legge per abassare drammaticamente la maggiore età, ecc., ma devono avere il coraggio di farlo), e un processo ad un cittadino, molto noto e potente, quindi pubblico. Si potrebbe citare qui il caso dell'ex ministra Idem che si è dovuta dimettere per alcune irregolarità fatte nella sua vita privata che credo non fossero neppure così rilevanti (ma confesso di non conoscere bene la vicenda). Non è un problema della sinistra e neppure della magistratura risolvere il problema della leadership della destra. Non è che perchè uno è il leader di un partito importante (o magari la nipote di un capo di stato) la legge non vale. La legge vale lo stesso e fa il suo corso. La destra deciderà cosa fare: magari potrà fare del suo leader un martire e capitalizzare su questa storia, o magari espellerlo con disonore, o semplicemente chiedere un passo un dietro in attesa di chiarimenti, o qualunque altra cosa. Non mi interessa e non dovrebbe interessare alla sinistra (e tanto meno ai giudici). Perchè io voglio sconfiggere non B ma le destre e la loro idea di società, le loro misure per uscire dalla crisi, la loro visione dei diritti, ecc. Che il loro leader sia B o uno innocente.

Così fan tutti

22.06.2013 14:15

Così fan tutti.

Un altro che scrive di espulsioni nel M5S. Ce ne davvero bisogno? Giustamente elettori e parlamentari del M5S mi diranno: ma perchè invece non scrivi un pezzo sulle tante proposte che abbiamo portato avanti? Io credo che occorre parlare di queste esplusioni perchè a mio parere dicono qualcosa sulla cultura politica in generale del M5S.

Si dice: in tutti i partiti (ma il M5S mi pare che dica di none ssere un partito, comunque...), ci sono esplusioni. Ed è vero. Ogni partito ha una sua procedura per le esplusioni che in genere offre garanzie per evitare abusi e tutelare le minoranze. Ovviamente non sono ingenuo e so bene che meno democratico e più carismatico è il partito, più facile e discutibili sono le esplusioni. Tutt@ ricorderemo il "Che fai mi cacci?" di Fini a Berlusconi, finito esattamente con la esplusione del cofondatore del Pdl. Personalmente credo che a volte i partiti abbiamo espulso troppo poco, tenendosi dentro corrotti, gente con amicizie discutibili, ecc. Quindi nessuno discute del fatto che un partito (pure quelli che dicono di non esserlo) possano espellere. Possiamo parlare però delle motivazioni? Oggi un deputato del M5S citava il caso di un esponente del Pd siciliano che è state espulsa perchè ha annunciato che non avrebbe fatto campagna elettorale per il candidato sindaco appoggiato dal suo partito ma per quello del M5S. Dunque, tanto per essere chiari: non conosco la realtà locale ma non ho fatica a credere che la esponente possa avere ragione politicamente nella sua scelta. Personalmente, credo che il PD farebbe meglio ad aprire una discussione sulle scelte locali - che le elezioni hanno ampiamente bocciato - piuttosto che espellere chi manifesta il dissenso. Tuttavia mi pare abbastanza evidente che c'è una grossa differenza tra esprimere il dissenso dichiarando che si voterà il candidato sindaco di una lista concorrente e fare una critica al leader.

Invece parliamo dell'espulsione della Gambaro. La senatrice ha avanzato delle critiche a Grillo in relazione alle elezioni amministrative. Ora ognun@ crede quello che vuole; personalmente, ad esempio, condivido profondamente quelle critiche e credo che Grillo sia un problema del movimento, ma ovviamente è solo una opinione. La Gambaro non aveva corrotto nessuno, non ha accusato Grillo di rubare, non ha pronunciato frasi razziste, non ha fatto apologia del fascismo (a proposito, ma per caso qualcun altr@ nel M5S lo ha fatto e non le è successo niente?), ecc. Ha criticato Grillo che se mi ricordo bene è solo il portavoce (se ho capito a vita o finchè non si stufa, ma non conosco bene le regole del m5S). Lo ha fatto per altro in maniera molto urbana cosa che, scusatemi la battuta, non è molto usuale nel movimento. Mi si dirà che non doveva farlo in pubblico ma nell'assemblea. Ma il M5S non era per la trasparenza? E poi perchè Grillo può pontificare allo scoperto e chi lo critica in sagrestia?

Ora in molti altri partiti si possono criticare i leaders; ma credetemi non sta affatto facendo la celebrazione di queste altre esperienze. In genere si possono criticare i leaders senza essere espulsi perchè non gliene frega niente a nessuno. Il fatto è che dal M5S ci aspettavamo la politica nuova che scustaemi non è solo ridare i soldi o sdoganare il va fan culo (che B, Bossi o Gasparri sono bravini anche da soli a insultare gli avversari). Diciamo che per me la nuova politica sarebbe questa: la Gamabaro solleva una critica al leader (e qui assumiamo che Grillo dovrebbe smetterela con le ipocrisie e dirsi leader del M5S) e Grillo invece di tuonare sul blog e chiedere espulsioni, la incontra e si fa spiegare le sue ragioni. Prova a spiegare le sue ma ascolta, impara, riconosce le ragioni degli altri. Questo si che sarebbe un esempio di nuova politica.

Perchè si, hanno ragione, in tutti i partiti si espelle (alcuni perchè l'espulso ha ribato, altri perchè fa campagna elettorale per un altro partito, altri ancora perchè ha criticato il leader), in nessun partito il leader ascolta le critiche, gli interessano e prova a lavoraci sopra. Non mi pare che il M5S faccia eccezione.

 

Che fare a sinistra?

02.06.2013 17:11

I risultati delle elezioni amministrative fanno di certo tirare un sospiro di solievo ai progressisti; in particolare il temuto successo della destra non si è verificato e il ridimensionamento del M5S probabilmente ha dato un po' di respiro ai candidati del centro-sinistra. Tuttavia non mi pare che ci sia da essere troppo soddisfatti. Non voglio discutere più di tanto sul dato drammatico dell'astensione, che meriterebbe una riflessione a sè. Per la verità ho anche già detto che un forte ridimensionamento del M5S, se fa bene ai candidati della sinistra, potrebbe invece a lungo andare fare male alla loro qualità; non mi stancherò mai di ripetere che il M5S ha fatto la sinistra migliore e avrebbe anche prodotto a mio parere il migliore governo di centro-sinistra della storia repubblicana, se  lo avessero voluto.

La tenuta del PD potrebbe non essere foriera di buone notizie. Mi rendo conto di camminare su sentieri complicati, ma ci provo.  Non è neppure il caso di sottolienare che sono ben contento che i/le canditat@ del centro sinistra siano ai ballottaggi in condizione di vantaggio. Evviva. Però cosa significa questo in termini di strategia e di posizionamento dentro il PD? Hanno buttato via Prodi, non hanno neppure discusso la possibilità di votare Rodotà, avevano promesso "mai con B" e invece ci governano insieme, avevano detto "si ritorna al Mattarellum subito" e ora invece bacchettano che ci prova a ritornare al Mattarellum, Bersani aveva detto no agli F-15 e ora mi pare che li compriamo. Per amore di patria mi fermo qui, ma la sapete che l'elenco potrebbe continuare. Nessuno parla più di 101 traditori che di nascosto hanno ammazzato l'ipotesi di un governo e di un presidente della repubblica diversi. Il rischio, lo dico con molta chiarezza, è che il buon risultato delle amministrative confermi il PD nelle sue politiche pessime. D'altra parte se gli/le elettori lo votano, magari queste politiche sono meno pessime di quello che io pensi. Ecco, io temo che questo possa essere il ragionamento dei dirigenti del PD, già normalmente non molto inclini al cambiamento.  Se ci fosse la possibilità di spiegare il voto, mi piacere che un@ potesse scrivere sulla scheda elettorale "Vi voto perchè Alemanno è pessimo, ma non vi montate la testa che anche voi non è che siete un granchè". Forse, in realtà, davvero i/le compagni/e della sinistra critica dovrebbero promuovere una raccolta di dichiarazioni come queste; magari dei video-box in cui i cittadini all'uscita dal voto possano mandare un messaggio alla sinistra, tanto per chiarirci tutti le idee. Perchè a me pare che il risultato di SEL alle elezioni sia rimasto modesto; per carità lo so che il partito di Vendola è andato bene, ma dopo i disastri del PD e la perfomance discutibile del M5S mi sarei aspettato travasi massicci di voti.

La questione è che occorre discutere se sia possibile immaginare una sinistra che includa il PD o se piuttosto occorra andare oltre quell'esperienza. Ci sarebbe una risposta facile: il PD non è più un partito di sinistra da tempo. Basta leggere le dichiarazioni di Chiamparino - che credo voglia candidarsi alla segreteria del partito liberale, se ho capito bene - o di Renzi per realizzare la distanza siderale tra il PD e le ragioni della sinistra. Eppure questa risposta facile non mi convince. La vera questione è se vogliamo dare un contributo a salvare la sinistra dentro il PD o meno. Lo dico in tutta franchezza: non sono sicuro che sarà possibile e certo questa esperienza del governissimo non aiuta. Ho partecipato per molti anni alla vita di uno dei partiti che sono confluiti nel PD , facendo parte della sua minoranza organizzata. Ritenevo che fosse possibile condizionare le scelte del partito, far pesare le nostre ragioni, ancorarlo saldamente alla sinistra. In alcuni momenti direi che ci siamo riusciti, e alcune parole chiave della minoranza, sono diventate le parole di tutto il partito. L'esperienza del Correntone, in particolare, fu, a mio parere, di grandissimo interesse; personalmente ero molto convinto della bontà di mettere insieme esperienze e culture diverse (nel correntone aderivano gli ex comunisti democratici di Ingrao, Veltroniani, Cofferati e pezzi di CGIL, ambientalisti); ma poi quell'esperienza fallì, sommersa dai personalismi, Cofferati si ritirò in buon ordine a Bologna (davvero in buon ordine) e si spense la speranza dei movimenti. Anche L'Unità fu normalizzata.

Oggi il PD è un partito supermarket in cui ci trovi tutto, da Fassina a Chiamparino, da Renzi a Civati. Questo non è del tutto inconsueto perchè spesso nei partiti progressisti ci sono anime diverse che si confrontano nei congressi o magari nelle primarie. Bisogna costruire il campo dei progressisti fuori del PD perchè questo è il modo migliore per sostenere la sinistra dentro il PD. Non credo che il tema sia reclutare un paio di dirigenti in fuga da un partito alla deriva; meglio invece sostenere una grande alleanza sui temi, sulle questioni. Ci vuole una agenda per il cambiamento intorno alla quale radunare sindaci, parlamentari, intellettuali, cittadin@. In maniera trasversale. Acqua pubblica, spese militari, corruzione, reddito di cittadinanza, scuola e sanità pubblica, no alle grandi opere inutili, nuove produzioni e sostenibilità, diritti civili: su questi temi si può aggregare una alleanza che può già fare e che può di fatto prefigurare una futura alleanza di governo. Si parla finalmente delle lobbies che controllano la politica (e ancora una volta bisogna ringraziare il M5S); ma perchè non costruire non una lobby ma una grande alleanza per il cambiamento? Si potrebbe arrivare a sostenere i candidati di questa alleanza in maniera trasversale anche se candidati in partiti e movimenti diversi.

Su questo, ovviamente, incombe la questione Grillo. Dopo avere insultato Rodotà, secondo un copione per la verità da vecchissima politica, ha fatto marcia indietro ma di fatto ha detto che il M5S non è nato per fare il soccorso rosso a Vendola e Civati. La metafora (slogan?) che Grillo sta usando è davvero brutta: come in Highlander resterà uno solo? Di che parla? Di partiti politici? Uno solo? Ovviamente, si tratta di una battuta, di uno slogan; Grillo ci spiegherà subito che non vuole dire un solo partito perchè lui non vuole uno stato totalitario. Io non sono un esegeta di Grillo e mi piacerebbe una politica in cui non occorrono esegeti; ciascun@ dice quello che gli/le pare ma poi non se lo rimangia, spiega, interpreta ecc.   Io credo che Grillo abbia ragione se quando dice che non vuole fare il soccorso rosso intende che il M5S non può solo dare i voti a personaggi, idee, progetti, governi ecc. altrui. Ha ragione. Questo è il motivo per cui credo che il PD abbia sbagliato a proporre al M5S il governo Bersani, invece di proporre un governo completamente nuovo. Ma non può neppure chiedere i voti a persone, idee, progetti, ecc. suoi. Dovrebbe scegliere di costruire insieme... Insomma invece di tagliare le teste, dovrebbe scegliere quelle che gli piacciono e imparare a parlarci. Meno epico, ma decisamente più interessante 

Il gioco del gambero

31.05.2013 17:42

Prima insulti e poi passi indietro. Questa strategia la ho già vista e non mi piaceva prima e non mi piace adesso. Nel merito l'idea che Rodotà dovesse telefonare a Grillo invece di aprire un dibattito pubblico mi pare per una volta una dichiarazione coerente che esplicita un'idea del M5S: Grillo è il proprietario del movimento e quindi se c'è qualcosa che non va, si telefona a lui (questo perchè era solo il portavoce, e se era il leader...?). Sulla questione che Rodotà possa coagulare una parte di sinistra del movimento, non capisco dove sia il problema. In ogni movimento politico, soprattutto se parlamentare, ci sono aree diverse. Come dopo le elezioni, uno come me può solo auspicare che ci sia un dibattito democratico e magari sereno dentro il movimento e che trovino loro la soluzione. Il M5S può procedere con le epurazioni, le purghe, provare a trovare una mediazione tra anime diverse, avere una maggioranza e minoranza, dividersi di comune accordo ecc. ecc. Faccia quello che ritiene giusto e sa fare. Magari si potrebbe sperare che le scelte le faccia il movimento e non una sola persona magari dettando la linea o dando la buona uscita con un post. Ma questa, ovviamente, è il mio modo di intendere la partecipazione e la politica. Comunque sia, mi pare molto interessante questa idea di Grillo che il M5S non è il soccorso rosso di Vendola e Civati; mi piacerebbe farmi spiegare cosa intende. A parte la evidente e rabbiosa antipatia per la sinistra, si conferma la incapacità di Grillo di immaginare alleanze per realizzare il cambiamento. Vendola ha votato Ro-Do-Tà e non mi pare che le praterie promesse si siano materializzate. Grillo ha paura di fare egemonia, se i suoi temi diventano comuni con altri/e, preferisce scappare. Cosa ci sarebbe di male se il M5S parlasse con Vendola e Civati sul reddito di cittadinanza, sulla legge elettorale,  le spese militari, ecc.?  Certo si tratterebbe di parlare, magari di ascoltare qualche volta, di criticare senza negare dignità, di andare al di là della contrapposizione noi contro tutti. 

Le praterie e i deserti

31.05.2013 10:53

Non credo che ci siano dubbi sul disprezzo di Grillo per Sel (perchè mi pare che di disprezzo si tratti e non di critica, magari anche dura) ; Vendola è solo un "supercazzolaro" (elegante come sempre). Ora mi risulta che Sel abbia votato Rodotà fino alla fine. Ma non si dovevano aprire praterie se si votava Rodotà (almeno prima che finisse pure lui nelle liste di prescrizione di Grillo)? Sono il solo a vedere qualche contraddizione tra l'atteggiamento di Grillo nei confronti di Sel e quella promessa di cooperazione a partire dal voto a Rodotà? Ovviamente qualcuno mi spiegherà che il voto di Sel non era puro, che Sel è compromessa con il PD, ecc. Sarà, ma non mi pare che quando si è chiesto il voto a Rodotà ci fossero clausole particolari o richieste di abiura. E in genere i certificati di purezza non portano mai niente di buono . La mia paura è che di questo pasto Grillo apra deserti invece che praterie intorno al M5S. E per tutt@ quanti aspirano al cambiamento, non è una buona notizia.

Buoni contro cattivi?

30.05.2013 23:23

Aiuto, alla fine ne rimarrà solo uno... Di che, di partiti? 

Il senso della realtà e la nuova politica

30.05.2013 12:25

Perdere il senso della realtà e non vedere quello che vedono tutt@ là fuori è in genere un segno inequivocabile di una politica prigioniera del palazzo. Grillo dice che alle amministratibve hanno perso i partiti. Contento lui. Per me la nuova politica dovrebbe essere umile e farsi spiegare cosa c'è che non ha funzionato dagli/lle elettori@ e militanti. E poi dovete spiegarmi una cosa: se Grillo è solo il portavoce e uno vale uno (magari pure una vale una) , dove, chi, quando e con che modalità si è deciso di non iniziare neppure un confronto con QUALCHE  candidat@ locale per i ballottaggi? Lo ho detto tante volte, ma i meccanismi democratici dentro il M5S mi sfuggono. 

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