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I puri e gli altri. Una riflessione sul M5S dopo le elezioni

28.05.2013 18:29

Ora si sprecheranno le analisi. Tanti esperti a spiegarci perchè il M5S non ha retto. Tendezialmente compiaciuti, sicuramente sollevati. Come sempre mi arrischio a dare il mio contributo, con umiltà; ma qualche premessa mi pare d'obbligo: non sono militante o elettore del M5S, non ho la pretesa di spiegare tutti i perchè della diminuzione dei consensi al movimento, ma solo di offire un contributo alla discussione. Ovviamente la premessa di tutto questo è che si possa riconoscere con serenità una perdita di consenso al M5S e che se ne voglia discutere (senza insulti, scomuniche, sarcasmi, crociate ecc.).

Quando si perdono elettori, si può dire tutto e il contrario di tutto. Qualcuno potrebbe dire che il M5S ha perso elettori perchè si è urlato troppo o troppo poco; per una certa rigidità interna al movimento (espulsioni, ad esempio) o per una troppo poca rigidità (poche esplusione, ad esempio). Ovviamente ci sono anche le condizioni esterne, come i giornalisti prezzolati, le televisioni e tutto il resto. In generale, tendo a pensare che riconoscere una perdita di consensi sia salutare laddove sia accaduta perchè da il senso della realtà (che in politica non sempre è molto presente) e può aiutare a individuare limiti e magari superarli. Da questo punto di vista la cosa più seria da fare è chiedere agli elettori/trici, perchè in genere sono loro a sapere perchè hanno scelto di non votare qualcuno o qualcosa. Diciamo che più degli insulti, mi convicerebbe questo modo di fare nuova la politica. In fondo quando Bersani disse che a Parma il PD aveva "non vinto" ci fece ridere e rabbia; forse sarebbe bene non imitarlo.

Il mio contributo parte ovviamente dalla mia personalissima opinione su quanto è accaduto dopo le elezioni. Il M5S non è che sia cambiato più di tanto nei modi, nelle pratiche e pure, diciamo, in una certa pignoleria (come quella relativa ai rimborsi spese). Quello che voglio dire è che a mio parere non possono essere questi i motivi di una disaffezione. Invece, c'è un elemento nuovo, che non c'era prima delle elezioni: il M5S ha avuto l'occasione di fare piazza pulita davvero, di offrire all'Italia un governo nuovo e ha deciso di non giocarla. Perchè così stanno le cose. Si lo so: Marina Sereni è cattiva e avevate detto che si aprivano praterie se il PD avesse votato Rodotà. Ho scritto mesi fa che il PD ha enormi responsabilità in quello che è accaduto. Tuttavia il M5S ha anch'esso enormi responsabilità. Si parla tanto di trasparenza; ebbene davvero a qualcuno è venuto in mente, guardando lo streaming dell'incontro con Bersani, che il M5S volesse aprire al centro sinistra? Sono l'unico stupido che ha frainteso le parole di grande apertura di Grillo (tipo siete morti oppure non ci mishieremo mai) con ragionamenti sulla possibilità di fare un governo del cambiamento? Insomma, non so se il PD aveva davvero voglia di un governo di cambiamento, sicuramente qualcuno stava già tramando con B; ma con 8 milioni di voti uno si aspetta qualcosa in più che "Marina Sereni è cattiva". Potevate imporre le vostre condizioni, dettare una agenda per il governo del cambiamento, che a mio parere, come ho detto tante volte, non poteva essere il governo Bersani; potevate provarci. Dice: ma se avessero votato Rodotà...  Giusto, anzi giustissimo. Io non ho votato PD e non ho nessuna intenzione di votarlo nel prossimo futuro. Quindi sono d'accordo. Tuttavia, non mi pare che nelle trattative con il centro sinistra il M5S avesse posto una condizione del genere e se devo dire la verità fino in fondo, mi pare anche che fosse una condizione un po' strana, direi molto personalistica. Insomma, il M5S poteva aprire una discussione con il centro-sinistra sul cambiamento che investisse il presidente della repubblica, il primo ministro, magari i contenuti del governo anche più dei nomi delle persone e che lo facesse per tempo, non quando la crisi del PD era ormai precipitata e Bersani politicamente morto. Perchè la sconfitta politica di Bersani e del suo progetto di dialogo con il M5S significava ovviamente la vittoria dentro il PD di chi quella opzione la osteggiava fin dall'inizio (insomma dei cattivi...). Non posso credere che il M5S non avesse capito tutto questo.

Tuttavia non credo che si sia trattato solo di un errore tattico del M5S; piuttosto a me pare che si tratti di una grossa questione culturale prima ancora che politica. Se la logica del M5S è puri contro tutti gli altri, se lo slogan è "nessun accordo", se si esibisce il disprezzo per qualunque cosa fatta dagli altri (vedi ad esempio le primarie del centro sinistra), allora i risultati non possono che essere questi. E qui potrei anche citare le risposte scomposte agli appelli al M5S per un governo con la sinistra (prezzolati, troll, infiltrati, e altre amenità). Perchè per fare il governo del cambiamento c'era bisogno di cercare un accordo. A me l'idea che accordarsi sia una cosa sporca da mafiosi e politicanti non mi va proprio giù. Trovare un accordo è quello che tiene insieme il nostro vivere civile. Non significa rinunciare alla propria identità o mettere da parte i proprio principi; significa cercare fini comuni che tengano insieme gente diversa. È ovvio che io non voglio cercare un accordo con quelli di Casa Pound, con i Casalesi, ma neppure con B e il suo partito. Ma io, ad esempio, trovo che sia possibile trovare un terreno di incontro tra sinistra e il M5S. Qui sta l'inghippo. Non mi postate ancora Marina Sereni, per favore. Il linguaggio del M5S non cercava l'accordo con il centro-sinistra, anzi ostentava la logica del "nessun accordo con questi qua".  E spero di non essere frainteso, ma persino la candidatura Rodotà denuncia questo tipo di limite del M5S. Vorrei essere chiaro: credo che fosse una ottima candidatura e sono felice che SEL la abbia appoggiata fino in fondo; tuttavia, non è così che si costruisce un accordo, una alleanza. Così si creano problemi all'avversario politico (e in questo il M5S si è dimostrato e si sta dimostrando un abilissimo giocatore parlamentare), si marca una identità, ma non si costruisce alleanza. Insomma, se credo che il PD abbia sbagliato ad andare alla trattativa con il M5S proponendo Bersani, allo stesso modo credo che se il M5S voleva eleggere il capo dello stato con il PD doveva aprire un confronto e non solo dare un nome. E ritorniamo al punto di partenza: ma aprire una discussione, cioè confrontarsi, cercare ciò che unisce, fare il lavoro che ad esempio dentro i movimenti i compagni e le compagne del M5S hanno fatto tante volte, equivale ad una disfatta morale o invece è possibile immaginare una nuova politica in cui alleanza non è inciucio, in cui accordo non va insieme "a sottobanco"? Insisto su questo deficit culturale del movimento credo a ragione e provo a fare un esempio. "Votate Rodotà e si apriranno praterie"; eppure SEL ha votato Rodotà e non mi pare che il M5S stia sperimentando forme di collaborazione con SEL. Per carità, sarà anche colpa di SEL, non ho dubbi, ma fatto sta che a partire dalla presidenza delle commissioni per finire a proposte di legge o altro ancora, non mi pare che SEL e M5S stiano sperimentando nessuna forma di collaborazione significativa. Eppure sui fatti, sulle cose ci sarebbero tante convergenze, come sul referendum di Bologna, sul reddito di cittadinanza, sulle spese militari ecc. Ma può il M5S collaborare con altri?

La mia ipotesi è che il M5S sia stato "punito" dagli elettori per questo sui limite culturale che con 8 milioni di voti è sembrato improponibile. Già perchè se un accordo tra un partitino piccolo e un grande partito come il PD è molto rischioso perchè le posizioni del primo rischiano (come è successo tante volte) di scomparire, è cosa diversa per un grande partito, determinante per la nascita stessa del governo.  L'alternativa sarebbe solo che il M5S abbia provato a lucrare dai disastri del PD e del governo puntando su un patto PD - PDL solo per dimostrare la bontà della sua tesi ("sono tutti uguali"). Personalmente spero proprio che le cose non siano andate così (anche se considero che il M5S, come il PD, SEl, il mio condominio, il club di bocce ecc. sono gruppi compositi nei quali convivono sempre istanze e pressioni diverse). Temo, invece, che il limite culturale di cui ho parlato, quello basato sulla opposizione tra "puri e gli altri" sia il problema; ed ovviamente la mia tesi è che gli elettori abbiamo punito il M5S perchè invece avrebbero preferito una cultura politica diversa, capace di mettere in campo le proprie idee e di cercare alleati, senza avere paura di sporcarsi.

Ora ci sono i ballottaggi. È ovvio che io credo che il M5S potrebbe provare a sperimentare una cultura politica nuova e far valere tutto il suo peso elettorale (perchè se è stato punito, questo non vuol dire che non abbia un peso determinante). Non sto dicendo che questo sia possibile sempre e ovunque, ma semplicemente vorrei mettere in discussione che sia impossibile OVUNQUE. In ogni città dove è possibile, il M5S potrebbe aprire un tavolo con il/la candidata del centro sinistra, impegnandolo/a su una agenda del cambiamento (acqua pubblica, no inceneritori, energie rinnovabili, referendum popolari, diritti civili ecc.) e magari anche costruire un governo cittadino insieme (intendo i nomi, tanto per capirci), subordinando a questo l'appoggio al ballottaggio. Certo si tratterebbe di fare degli accordi, in streaming non sottobanco, ma sempre accordi sarebbero. Non voglio nascondere i problemi. I partiti sono spesso ipocriti, fanno promesse che non mantengono e accordi che servono solo a riprodurre carriere politiche. Ma la nuova politica non sarebbe cambiare tutto questo? 

La sinistra che c'è

27.05.2013 09:13

Spesso parliamo della sinistra che non c'è e che ci vorrebbe. Però c'è una sinistra che c'è, una sinistra che ha votato Prodi e poi ha sostenuto Rodotà fino alla fine, che non appoggia il governo Letta Alfano, ma non disprezza i tanti e le tante elettrici/tori del PD, una sinistra che chiede il reddito di cittadinanza con il M5S, che vuole il taglio delle spese militari, che va in piazza con la Fiom, che difende i diritti civili di tutti e tutte. Certo non è la sinistra che sognamo. Per quella occorre che ci mettiamo in gioco personalmente, tutti e tutte. E poi, non bisogna mai smettere di sognarla quella sinistra. Ma SEL è la sinistra che c'è. 

101 motivi per ricordare

27.05.2013 09:11

A Cuperlo non interessa scoprire chi siano stati i 101 che hanno buttato a mare il centro sinistra, il PD, Prodi e forse altro. Secondo me sarebbe opportuno che gli elettori del PD gli ricordassero che invece a loro interessa e come

SEL, istruzioni per l'uso

25.05.2013 18:05

 

SEL, instruzioni per l'uso

In questi ultimi tempi ho scritto di frequente di PD e M5S. Ho provato a suggerire non dico convergenze ma almeno opportunità di conoscenza reciproca e dialogo. Da ultimo ho suggerito una convenzione di cittadine e cittadini per il cambiamento che dal basso proponga un programma di governo, e magari anche una rosa di nomi per il governo, da sottoporre al parlamento e provare a costruire una nuova maggioranza a partire da questo patto tra cittadini/e e non tra partiti. Inutile dire, che non essendo un opinion maker, anzi uno marginale - anche geograficamente marginale ora all'estremo occidente d'Europa in Portogallo e tra poco nel Grande Nord di Stoccolma - non ho avuto nessun riscontro.

Comunque i risultati elettorali, la crisi del PD e infine la formazione di questo governo, credo che interroghino anche SEL. Ho dichiarato più volte che sono stranamente soddisfatto del voto dato visto l'atteggiamento di SEL nel dopo elezioni. Non credo che SEL abbia tradito il patto con il PD; semplicemente mi pare che SEL e PD avessero un patto e un programma per governare l'Italia; alle elezioni non hanno ottenuto il risultato necessario e quel progetto è venuto meno. Personalmente credo che fosse stato meglio e più corretto verso gli elettori ritornare al voto (chiunque può trovare in rete le categoriche dichiarazioni di Bersani che escludeva alcuna possibilità di accordo con B durante la campagna elettorale), ma questa è solo una opinione.

Il problema è che il nuovo governo di larghe intese ha messo anche in crisi il progetto politico di SEL come partito. Vendola parlava, infatti, di un rimescolamento di SEL con il PD di Bersani, ma oggi quale è la prospettiva? Certo la crisi del PD potrebbe far guadagnare qualche consenso a SEL (davvero spero che gli/le elettori/trici se lo ricordino in questa tornata amministrativa), ma tutto dipenderà da come si andrà alle elezioni. Un PD autosufficiente e fortemenete lib-lab con Renzi, ad esempio, potrebbe chiudere ad una alleanza con SEL; inoltre se si ripresentasse una coalizione a sinistra di SEL (tipo rivoluzione civile per intenderci) e in assenza di un patto con il PD, la posizione di SEL sarebbe davvero complicata. Per altro non mi pare che nel partito ci sia stata alcuna riflessione sul davvero modesto risultato elettorale raccolto. E se non si fa una analisi dei limiti è molto improbabile che si possano superare, persino se la possibile concorrenza si suicida, per fare un ragionamento per assurdo.  

Insomma che vuole essere SEL? Attualmente si tratta di un partito con una forte, magari fortissima, impronta personale. È il partito di Nichi, come dice anche il simbolo. Ora per un partito piccolo come SEL e con una scarsa visibilità, avere un leader come Nichi e dirlo chiaro è cosa normale, strategia di sopravvivenza. Ma resta da chiedersi se può esaurire la sua strategia sull'uso massiccio del suo leader. Mi posso sbagliare ma a parte Claudio Fava, qualcuno/a che non sia un militante cresimato saprebbe dire anche solo un altro nome di dirigente di SEL? Per quel che mi riguarda spesso mi trovo a chiedermi che fine abbiano fatto tant@ dirigenti capaci di Sinistra Democratica come Fabio Mussi, Fulvia Bandoli, Gloria Buffo, Alfiero Grandi, ma questo è solo un pezzo del problema.

La questione del partito personale, oltre a lasciarmi perplesso per motivi ideologici (ebbene sì, ho ancora delle ideologie di cui non mi vergogno), credo che non sia neppure strategicamente una buona mossa. Il problema è che SEL sembra essere stata occupata militarmente dai vecchi gruppi dirigenti, specie di Rifondazione Comunista, fuoriusciti con Nichi dal partito, e non è riuscita ad attrarre nuovi soggetti (e per la verità, mi pare, neppure far vivere più di tanto i vecchi, come nel caso degli ex DS e Verdi). D'altra parte non si può sempre e solo chiedere di fare da claque ai soliti noti. Io non credo che SEL sia il partito di Nichi; so che ci sono tant@ compagn@ che fanno politica sui territori in maniera generosa; so che ci sono tant@ che guardano a SEL, specie oggi, con grande simpatia e interesse; so che ci sono ammistratori locali che fanno bene il loro lavoro. Ma dove sono questi soggetti? Possibile che non ce ne sia traccia nell'immagine pubblica di SEL? Non credo che il M5S abbia l'esclusiva di tant@ militanti, ma forse ha si l'esclusiva di valorizzarli davvero.

Tanto per cominciare, credo che SEL dovrebbe interrogarsi sui suoi limiti. Uno dei limiti di un partito personale è che troppo spesso si riducono gli spazi di critica; la prima cosa da fare, prima di aprire cantieri e progetti, sarebbe far partire una bella campagna di ascolto. Cosa c'è che non va in SEL? Questa domanda scomoda dovrebbe essere una delle questioni chiave per cambiare il partito. Ad esempio, si potrebbe scorprire che le primarie, pure segno di una voglia di novità, hanno lasciato molti dubbi come d'altra parte ricorderà chi ha seguito quei momenti. SEL dovrebbe avere il coraggio di rinnovarsi, di diventare un partito nuovo che vada al di là dei gruppi dirigenti dei partiti che la hanno formata.

Ovviamente, oggi SEL si trova di fronte ad un bivio. Con un PD in crisi e fortemente piegato destra, anche in prospettiva con Renzi, che cosa resta da fare? Certo si può lucrare un po' di consenso ai delusi del PD, ma credo sia poca cosa. Si potrebbe aprire un cantiere per una nuova forza di sinistra, magari sperando che con una implosione del PD alcuni pezzi possano approdare in questa nuova futuribile formazione. Devo dire con sincerità che ho visto troppi cantieri aperti che avrebbero dovuto costruire "un nuovo soggetto della sinistra" in genere partorendo invece topolini.

La mia idea invece è che SEL si metta oggi al servizio della sinistra nel Paese. Non un partito ma un progetto è quello che ci vuole. Nel rispetto dei percorsi e delle identità di tutt@. Si dice che in tempi di crisi non è possibile la ricerca di una nuova sinistra. Non c'è tempo. Il paese ha bisogno di risposte, ci ripetono. E però non ci dicono chi fa le domande. Perchè le risposte devono pure riferirsi a qualche domanda, o no? E a seconda di quali domande si ascoltano, si possono dare risposte diverse. SEL deve proporre una sinistra che sceglie quali domande ascoltare e che costruisce risposte insieme a - e non al posto di - chi chiede. Un partito di servizio che con generosità si metta a tessere la tela di una sinistra nuova e plurale; senza pretese egemoniche. Quindi, più che un cantiere per costruire l'ennesimo nuovo soggetto della sinistra (che poi in genere è nuovo solo sulla carta perchè raccoglie un po' di gruppi dirigenti in fuga dai partiti pre-esistenti), mi piacerebbe se SEL lanciasse 1000 forum permanenti che mettano insieme associazioni, singoli, gente dei partiti su temi concreti, appunto, proprio per dare risposte concrete a domande concrete. Salario di cittadinanza, taglio alle spese militari, lotta alla corruzione, difesa e ampliamento dei beni comuni, diritti civili, lotta contro le opere inutili, ecc.: ecco non potrebbe essere questa una agenda sulla quale costruire campagne politiche, proposte di legge, politiche locali insieme? Si, insieme, gente di partiti e movimenti diversi, e gente senza partiti e senza movimenti. Senza mettere cappelli nè veti. Mi piacerebbe che SEL proponesse questo: in ogni città italiana (e magari straniera che io sto qui giù in esilio...) un forum con chi ci sta per costruire l'agenda del cambiamento. Non so se così aumenteremmo i voti di SEL; magari potremmo aiutare il PD a non suicidasi; tentare di iniziare a collaborare con il M5S, superando diffidenze e insulti. Non so voi, ma io la nuova politica la vedo così: non provare solo a rosicchiare qualche voto in più di consenso, ma costruire una alternativa larga all'esistente. Non c'è dubbio che serva un nuovo soggetto della sinistra, ma non è detto che debba essere un nuovo partito. Magari potrebbe essere una alleanza per il cambiamento che rispettando le indentità di tutti proponga davvero una politica nuova. Occore sperimentare questa alleanza e farlo dal basso. Oggi SEL può spendersi per realizzarla. 

Un intervemto d'annata

25.05.2013 17:03

Una roba  d'annata, vecchia, ma forse anche attuale di fronte alla crisi del PD

https://asinistra-tn.blogspot.pt/2007/05/ho-fatto-un-incubo-anzi-un-sogno.html

La gestione del ciclo integrato dei rifiuti, fra vuoto politico e scelte sbagliate

22.05.2013 13:01

Una vecchia, ma non troppo, intervista su rifiuti e giustizia ambientale in Campania 

https://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=17411

democrazia e ricerca

20.05.2013 14:18

Ora se sei accusato che ne so di strage o di vioelnza sui minori, persino se sei stato colto in flagrante hai diritto a 3 gradi di giudizio. Invece se per esempio presenti una domanda per un progetto di ricerca o persino se sottoponi un articolo ad una rivista internazionale ti giudicano 2 o magari 3 tipi/e; il giudizio è inappellabile. E non hai neppure diritto alla difesa. 

Tutto questo porta il meglio? Non sempre, pare...

 https://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/04/29MI11044.PDF

risposte e domande

20.05.2013 09:51

Non vorrei che presi dalla frenesia di dare risposte, ci si facesse le domande sbagliate

Primo blog

19.05.2013 13:01

Ecco una serie di articoli che ho pubblicato altrove:

 

 

 
 

 

 

Rodotà, Movimento a cinque stelle e la sinistra.

 

Ciascuno con le sue responsabilità. E noi con questa strana maggioranza.

 

Una convenzione popolare per il cambiamento

19.05.2013 12:24

 

Una convenzione per il cambiamento

Grillo si è rivolto agli elettori e militanti del PD e li ha invitati a stracciare la tessera del partito e a votare per il M5S perchè "vogliamo le stesse cose".

Personalmente sono convito - e lo ho scritto altre volte - che c'è un humus comune tra parte dell'elettorato 5S e parte dell'elettorale di sinistra. D'altra parte le Quirinarie lo hanno ampiamente dimostrato, mi pare: dei nomi scelti dai 5S molti proveniva dalla sinistra a cominciare da Rodotà, che certo non credo possa essere considerato uno di stretta osservanza "grillina".

Ma allora viene da chiedersi perchè non provare a costruire il governo del cambiamento e invece permettere il ritorno di B e la vittoria del peggiore pezzo del PD? Se Grillo non mente e non sta solo facendo una bassa operazione di marketing - e io non lo credo - e davvero gli elettori del PD e quelli del M5S vogliono le stesse cose, come Grillo dichiara oggi, perchè non fare un governo del cambiamento?

Ora i miei cari amici 5S mi posteranno il video di Marina Sereni che spiega che il PD voleva solo i voti del movimento mentre altri amici, con maggiore pazienza per le ricerche online, potrebbero rispondere con Violante che assicura a B che le sue televisioni non saranno toccate e via dicendo con il peggio del peggio della dirigenza PD. A me pare che tutto questo dimostri che per assurdo un movimento pure così profondamente anti-partiti come il M5S dia ancora un eccessiva importanza ai partiti e soprattutto ai loro dirigenti. Il problema, ovviamente, non era fare un governo con Bersani e la Sereni, ma con quegli/lle elettori/trici del PD ai quali oggi Grillo si rivolge. D'altra parte, lasciatemlo dire con molta franchezza, anche io e tanti della sinistra che guardiamo con interesse al M5S, lo facciamo andanto al di là del suo leader, che se uno dovesse fermarsi a Grillo non ci sarebbe, almeno per me, tante ragioni di simpatia e di condivisione. Invece, conosco tanti attivist@ 5S ed è con loro che mi interessa parlare.

E se davvero mettessimo in pratica l'idea che bisogna andare oltre i partiti? Io avrei una proposta... devo dire che lanciare queste propose ha anche qualcosa di deprimente. Avevo proposto tempo fa di far partire un mese di conoscenza reciproca tra sinistra e 5S: 100 assemblee in 100 città italiane. Assemblee tematiche in cui confrontarsi, conoscersi, verificare su cosa abbiamo idee e obiettivi comuni e lanciare così delle campagne insieme (ad esempio reddito di cittadinanza, inelegibilità, ecc.). Ovviamente, nessuno l'ha neppure vista quella proposta. La cosa è abbastanza depressiva e rimanda al fatto che in Italia se non sei un cantante, uno che va in TV, o un politico, quello che dici non vale niente.

Ma non mi arrendo, ed eccomi con un'altra proposta, da ignorare ovviamente. E se convocassimo una grande convenzione per il cambiamento? Una assemblea dal basso di elettori, militanti, intellettuali, parlamentari che chiedono un cambiamento, oggi, subito. Questa convenzione, che appunto sarebbe al di là dei partiti e delle loro dirigenze, un luogo in cui uno vale uno, possibilmente davvero, potrebbe proporre un programma di governo in pochi punti e magari persino una rosa di nomi per formare quel governo; e poi si potrebbe organizzare una grande consultazione con gli elettori e le elettrici e infine sottomettere questa proposta al parlamento e chiedere lì di sostenerla. A chi ci sta. Forse potrebbe formarsi una maggioranza nuova che tenga insieme un bel pezzo di PD, SEL, il M5S. A quel punto il M5S non avrebbe tradito il mandato elettorale perchè non farebbe un accordo con i partiti, ma in realtà con le cittadine e i cittadini che hanno costruito insieme in quel governo. Ovviamente Rodotà potrebbe presiedere quella  convenzione per il cambiamento. Per carità, potrebbe accadere che non si trovi un programma condiviso oppure che in parlamento non si trovi la maggioranza. Ma credo che varrebbe la pena di tentare. Perchè credo che abbiamo bisogno del cambiamento, più di quanto ci sia bisogno di far crescere i consensi di un partito o magari di far scendere i consensi di un altro.

 

 

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